Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli era estremamente legato alla sua terra di Romagna, ne ha cantato la bellezza, la gioia e i dolori con affetto e malinconica dolcezza consegnando all’immortalità dei suoi versi quei cari paesaggi del cuore e quei personaggi che abitavano la sua memoria. La terra di Romagna è legata al suo Poeta, al punto di aver chiamato il paese in cui egli nacque, nel 1855, con il suo nome: San Mauro Pascoli. 

Giovanni Pascoli ebbe un’esistenza segnata da tragiche vicende: dall’agguato che portò alla morte del padre (amministratore della tenuta agricola dei principi Torlonia) ed alla perdita della tranquillità economica, alla prematura scomparsa della madre fino a successivi lutti familiari. Vicende che incisero profondamente sulla vita e sulla sua produzione artistica. Nonostante le difficoltà economiche, Pascoli riuscì a frequentare l’università a Bologna, dove diventò allievo del Carducci ed in seguito intraprese la carriera dell’insegnamento, fino a subentrare al Maestro nella cattedra di Letteratura Italiana nel 1906. Nel frattempo Pascoli si era già affermato come poeta, con la pubblicazione della prima edizione di Myricae nel 1891, dei Poemetti nel 1897 e dei Canti di Castelvecchio nel 1903. La produzione di Pascoli, fino alla sua scomparsa nel 1912, è varia e comprende poesie latine, saggi danteschi, antologie scolastiche, discorsi e pensieri politici, ma ciò che più lo ha reso noto furono la sua poetica e la sua poesia. La poesia del Pascoli si esprimeva con un linguaggio lirico nuovo, apparentemente semplice ed essenziale ma ricco di scelte espressive e di analogie simboliche in grado di regalare emozioni e farci “vedere tutto con meraviglia […] scoprire la poesia nelle cose, […] nei particolari che svelano la loro essenza, il loro sorriso e le loro lacrime”. Il poeta, secondo Pascoli, grazie alla sua anima di“fanciullino”, riesce a intravedere il significato della vita ed il mistero del suo destino. La poesia di Pascoli canta le piccole cose e ne rivela il significato profondo e le profonde verità. Scriveva Pascoli: “Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta”. E così Pascoli ha espresso l’affetto nostalgico per la sua Romagna in modo semplice e mirabile, quando il poeta scrive: “sempre mi torna al cuore il mio paese”e ci guida attraverso le care immagini della sua Terra, come è possibile non desiderar di condividere la bellezza, la cordiale ospitalità, i colori ed i sapori di quella “Romagna solatia, dolce paese”?